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domenica 22 maggio 2016

La migrazione delle ciotole.


Chi ha un solo cane può capire solo in parte.
La migrazione delle ciotole è un fenomeno che mostra la sua peculiarità ed i suoi schemi matematici solo quando può essere osservata su un numero più elevato di uno.

Cosa è la migrazione delle ciotole?

Prendete 4 o 5 cani, date loro da mangiare tutti assieme ognuno con la sua ciotola. L'esperimento riesce meglio se i tempi di mangiata differiscono preferibilmente in modo sensibile.
Mettete giù le pappe... e osservate.
 Il processo all'inizio è tranquillo. Ognuno mangia al suo posto. Il movimento delle ciotole non è avvertibile.
Poi comincia qualche accenno di movimento. E in breve tempo la situazione precipita.
Non è tanto il fatto che pare non esistano ciotole stabili. Il cane mangia, spinge la ciotola e questa si sposta.
Bene.
Quello che rende il fenomeno degno di attento studio e osservazione è come si sviluppa il movimento.
Esiste chiaramente quello che può esser definito come "gravitazione ciotolare": Comunque siano posizionati i cani le ciotole vagano inesorabilmente l'una verso l'altra. In alternativa tendono alle zampe di un cane, uno qualunque. Non necessariamente il cane più vicino.
Se vi è presente un cane di taglia molto più piccola rispetto agli altri, e quindi in posizione da accusare una ciotolata di una ciotola grossa sulle zampe, è inevitabile che almeno una ciotola venga spinta nella direzione suddetta. Stesso fenomeno se uno dei cani ha dolori o debolezza alle zampe. Se uno dei sogetti è sensibilmente più lento degli altri a mangiare, spingerà la sua ciotola dovunque dia più fastidio, finchè non viene bloccata. A quel punto tutte le altre ciotole convergeranno a velocità variabili verso la ciotola bloccata, che essendo quella del cane più lento a mangiare è anche quella che per più tempo è disponibile come bersaglio.
A puro titolo sperimentale, ho provato a posizionare i cani nei modi più vari. Compreso tutti girati verso l'esterno, e cioè si mostravano tra loro le code. Con movimenti quasi impercettibili in breve tempo erano tutti girati verso gli altri, e le ciotole convergevano.
Sempre a titolo sperimentale si è provato a bloccare le ciotole (nel numero massimo di due, cioè lo stesso numero dei miei piedi, con cui provvedevo a ostacolare la migrazione delle ciotole più irrequiete), e con inevitabilità, le altre ciotole si sono scatenate, correndo follemente verso le une verso le altre, e puntando alle zampe più sensibili. Non solo, ma le ciotole che tentavo di bloccare si sono ribellate, divincolandosi e tentando di aggirare il piede che le ostacolava. Alla fine , trovando nascoste in me doti acrobatiche non indifferenti, sono riuscita a bloccare in qualche modo due ciotole su cinque.
Immediatamente le altre tre ciotole hanno cominciato a convergere sulle due bloccate.
Adesso sono in fase di sperimentazione libera, e cioè lascio che la migrazione segua il suo schema senza interferire, a meno che non sia indispensabile.
Tipo quando un cane finisce col cercare di passare sotto ad un altro cane mentre insegue la sua ciotola vagante.
Comincio ad avere il sospetto che non siano i cani a spingere le ciotole mentre mangiano.
No.
In realtà le ciotole si muovono per conto loro. I cani si limitano a seguirle.
Prima o poi farò un grafico, mettendo su carta le traiettorie e i movimenti ciotolari, e sono certa, con scientifica sicurezza, che una relazione matematica, per quanto forse illogica, risulterà evidente.